6 settembre 2004

Fecondazione assistita – Il manifesto e la bandiera

Se nove mesi prima della nascita dell’attuale ministro per i rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, i suoi genitori avessero potuto far esaminare l’embrione che poi l’avrebbe generato, certamente l’avrebbero fatto sopprimere graziando l’umanità di un caso clinico. Lui sì paragonabile (ma solo come caso clinico) al capo dei nazisti. E’ un’offesa questa? Ma l’offesa di difesa e meno grave dell’offesa di attacco. Questo signore (si fa per dire) non può permettersi di offendere impunemente chi non la pensa come lui. Il suo manifesto potrebbe benissimo essere usato per lo stesso compito per cui il suo collega Bossi disse di voler usare la bandiera italiana.
Sentite ora cosa ha detto il forzista Alfredo Biondi, vicepresidente della Camera dei deputati. Prima però consentitemi una piccola digressione. L’onorevole Biondi porta il mio stesso cognome, ma non ha nessunissima parentela con me; un po’ però mi fa vergognare che uno che porta il mio cognome abbia fatto la brutta fine di ritrovarsi nell’allegra e dannosa compagnia del Berlusca. Ed ecco la riflessione di Alfredo Biondi: «Se Giovanardi non capisce che l’attuale legge sulla fecondazione assistita è formata da una sequela di divieti che non tengono conto dei diritti e delle aspettative di chi non può avere figli, allora ha un problema di analisi suo, personale. Ma non può fare analisi offensive verso chi la pensa in modo diverso da lui, non rispetta né avversari, né amici, visto che l’opposizione alla legge è stata trasversale».
Più incazzato ancora per l’accusa di nazista è un tuttora amico della compagnia Berlusca, il segretario del Partito Radicale Daniele Capezzone, che denuncerà in sede penale e civile il ministro Giovanardi, autore del manifesto dell’Udc di Modena in cui i referendari della fecondazione assistita vengono paragonati ai nazisti.
A noi non ci resta che accogliere l’invito del segretario del Pdci di Modena, Monica Macchioni, per la parte di competenza: «Credo ci sia sufficiente carne al fuoco per decidere di non votare più per il ministro e per andare subito a firmare per il referendum contro chi pretende di decidere sulla vita, sulla pelle e sulla felicità delle persone».

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