20 febbraio 2006

Scuola italiana in mutande

Si è svolto nei giorni scorsi il 1° Congresso nazionale della neo Federazione dei Lavoratori della Conoscenza (Flc) della Cgil-Scuola. Apertosi il 15 febbraio a Trieste, si è concluso il 18 febbario a Portorese in Slovenia.
Il segretario generale Enrico Panini ha rivendicato una cosa su tutte: «Le leggi Moratti su scuola, università e ricerca sono tutte da cancellare». Niente cacciaviti, quindi, per aggiustare, ma martelli e picconi per demolire. Si deve ripartire da dove era arrivata la riforma della scuola cinque anni fa, prima che arrivasse il ciclone demolitore della scuola pubblica: la ministra Moratti.
Basta con le confusioni infinte, basta con le circolari che si contraddicono una con l'altra, basta con i tagli finanziari alla scuola pubblica per favorire quella privata confessionale, basta con il precariato e basta al blocco delle assunzioni in ruolo.
Si continui nel lavoro della costruzione di una scuola veramente laica. «L'avversario della laicità - ha però precisato Panini - non è la religione, è l'uso politico della religione in nome di presunti valori da imporre agli altri».
Si deve attuare una vera autonomia della scuola, che valorizzi il lavoro di tutti gli operatori della scuola e crei un proficuo rapporto con le autonomie degli enti locali. Tutto il contrario della gestione morattiana, che ha scaricato sulle singole scuole le scelte contraddittorie del governo.
Basta con la riduzione dei trasferimenti finanziari dello Stato alle singole scuole per l'offerta formativa, basta con la riduzione costante dei fondi per l'ordinario funzionamento amministrativo e didattico, basta con i tagli delle risorse per i Comuni che vanno poi a tradursi in tagli dei servizi alle scuole.
La via d'uscita, anche per la Flc-Cgil, è una sola: cambiare il governo del paese. E comunque anche per il quasi certo futuro governo di centrosinistra il lavoro da fare non sarà di poco conto.

Rassegna stampa del Congresso Flc Cgil Scuola

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