29 maggio 2006

La Chiesa e l'olocausto

La visita di Papa Ratzinger al campo di sterminio di Auschwitz era una buona occasione per sentire da un Papa tedesco una parola chiara e definitiva di condanna del nazismo. Ma così non è stato. L'uomo ha preso la mano al Papa. Ratzinger che fu da ragazzo nella gioventù hitleriana, vestendone la divisa, non ha avuto il coraggio di distaccarsi da quel tragico passato. Si è comportato come un cittadino medio tedesco che vuol salvarsi la coscienza.
Ed allora la storia terribile dello sterminio nazista fu un affare di pochi. «I potentati del terzo Reich furono dei criminali che ingannarono un intero popolo, usato ed abusato come strumento di distruzione e di dominio in nome di prospettive di grandezza, di recupero dell'onore della nazione e della sua rilevanza» dice Ratzinger.
Alla domanda accorata che lui stesso pone: «Perchè Signore hai taciuto? Perchè hai potuto tollerare tutto questo?», Benedetto XVI non riesce a dare una risposta soddisfacente.
Di fronte ai cancelli di Auschwitz e Birkenau, ha usato due sole volte la parola che rappresenta il destino assegnato dai nazisti agli Ebrei, la Shoah. Ha nominato a ragione Stalin fra i mali del mondo (dimenticando però che sono state le truppe sovietiche ad abbattere i cancelli del luogo di sterminio tedesco-nazista), non ha mai nominato Hitler.
Quando chiede perdono a tutte le vittime del nazismo, i polacchi, i russi, i rom e quei tedeschi che finirono ad Auschwitz perchè si opposero a Hitler, non cita gli omosessuali, anch'essi sterminati. Insomma Ratzinger ha chiesto perdono, ma lo ha fatto ribadendo gran parte dei giudizi e dei pregiudizi che continuano a tenere viva e aperta la ferita nazista.
Ratzinger non riesce a dare una risposta chiara alla questione che da decenni divide la coscienza dei tedeschi: di chi fu la responsabilità.
Non ha avuto il coraggio dei governi tedeschi del dopoguerra, e della gran parte degli intellettuali di quel Paese, che hanno lavorato per impedire che si potesse dare una versione mite, riduttivistica del nazismo, che è stato e rimane un regime di sterminio, una meticolosa politica di sterminio, largamente sostenuta e condivisa dai tedeschi dell'epoca.
«Io figlio del popolo tedesco non potevo non venire qui. Dovevo venire qui. Era un dovere di fronte alla verità e al diritto di quanti hanno sofferto, un dovere davanti a Dio, di essere qui come successore di Giovanni Paolo II». Ma di Papa Wojtyla non riesce ad avere il dovuto distacco storico ed intellettuale.
Il cittadino tedesco Ratzinger ha detto che la Germania, nel periodo nazista, è stata vittima di un imbroglio. E' caduta nelle mani di un gruppo di criminali. È finita sotto un governo cattivo e dispotico.
Dal Papa, da quel luogo, ci aspettavamo parole più grandi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Alla domanda;"perchè Sognore hai taciuto"?...Mi sarei aspettata una risposta teologicamente più plausibile.
Avrei potuto accettare il pleonastico interrogativo stile Giobbe, in presenza di una risposta storico-politica più coraggiosa. Il rifugio in corner con la spiegazione gesuitica della manipolazione del popolo, inquadra Papa Ratzingher nella schiera dei difensori d'ufficio del silenzio di Papa Pacelli sullo sterminio nazista.
Mi trovo momentaneamente inguaiato con splinder, non riesco a loggarmi e quindi non riesco a postare; proverò a riformattare il pc e ti terrò informato sugli sviluppi.
Ciao, buona notte, Beppe

Anonimo ha detto...

prova registrazione.
Ciao, buona giornata, Beppe

Anonimo ha detto...

Bell'articolo (e bella la vignetta). Anch'io ho trattato l'argomento, come non farlo?