10 agosto 2008

Giochi di guerra

Mentre Putin, in camicia e cravatta, partecipava all’inaugurazione dei giochi olimpici in Cina, le truppe militari russe invadevano e bombardavano la Georgia. Dai giochi di pace ai giochi di guerra. Dimitri Medvedev, successore voluto ed imposto da Putin alla presidenza della Russia, dichiarava che l’operazione militare era necessaria per «costringere la parte georgiana alla pace». Strano concetto: si fa la guerra per imporre la pace. Richiama alla mente quello che Bush diceva per giustificare l’invasione dell’Iraq: per esportare la civiltà americana si era costretti ad usare le armi.
Bush per giustificare la guerra in Iraq si era inventate le inesistenti armi di distruzione di massa a disposizione di Saddam Hussein. Putin per giustificare l’attacco dichiara che in Georgia ed Ossezia è in atto un fantomatico genocidio. I potenti mentono senza temere che qualcuno possa smentirli. La verità se la costruiscono loro.
In Iraq la guerra ancora continua, vedremo quanto durerà in Georgia.
L’industria bellica americana continua a fare affari costruendo ed usando le armi in Iraq. La Russia non accetta che le possa sfuggire il controllo delle vie del petrolio. Apparentemente la posta in gioco è l’irrilevante Ossezia, nei fatti non si vuole che la Georgia, cerniera tra l’Occidente e l’Oriente, entri nell’orbita occidentale; la Russia perderebbe il controllo della sede di transito dei grandi oleodotti che fanno arrivare il petrolio alla Mesopotamia ed al Mediterraneo.
Le grandi nazioni occidentali invitano Putin a fermare le armi. Il piccolissimo Berlusconi, per non contraddire l’amico Putin, se ne va in vacanza in Sardegna.

1 commento:

x_alfo_x ha detto...

Diciamo la verità che la Ossezia e la Abkhazia sono territori con popoli di lingua e cultura differenti, hanno dichiarato l'indipendenza nello stesso periodo della Georgia, ma mai riconosciute a livello internazionale e governano i loro Paesi in piena indipendenza di fatto. Nella loro economia gira il rublo e la maggior parte dei cittadini hanno il passaporto russo. Le rispettive popolazioni non vogliono essere governate dalla Georgia. Diciamo che la Georgia ha provato a sferrare un attacco contro le milizie separatiste e invadere il suo territorio de jure. Molto probabilmente c'è la mano degli Usa e di Israele presenti a Tbilisi con i loro consulenti e istruttori militari e d'intelligence. I Russi sono collocati da anni al confine come forza di interposizione secondo patti stipulati con la Georgia. Il petrolio non c'entra nulla, l'oleodotto sta più a sud. Hanno attaccato le postazioni georgiane come tattica di difesa. Sono soltanto zone di fatto indipendenti e sotto tutela della Russia che le assiste economicamente e per questo gira il rublo.