11 aprile 2009

Il terremoto, gli sciacalli, le responsabilità

Ognuno di noi reagisce agli avvenimenti esterni in base alle sue esperienze personali, alla sua formazione socio-culturale, alla sua appartenenza politica (purtroppo, rinunciando spesso alla propria coscienza; spero non sia il mio caso). Anche il terremoto abruzzese ha scatenato reazioni variegate e contrapposte. Sintetizzo qui le mie.
Dopo aver subito proclamata la mia scontata solidarietà a tutti quelli che sono stati duramente colpiti dal terremoto, è montata una profonda rabbia contro tutti quelli che hanno costruito le case senza pensare alla salvaguardia della vita di chi quelle case avrebbe abitato, contro chi avrebbe dovuto prevenire e non l'ha fatto, contro chi avrebbe dovuto controllare e non l'ha fatto. Costruttori affaristi senza scrupoli, tecnici forse venduti (ma certamente incoscienti) che hanno rilasciate autorizzazioni che non dovevano, politici che non hanno fatte le opportune leggi di salvaguardia o ne hanno rinviato l'applicazione, amministratori che non hanno rispettato e non hanno fatto rispettare le leggi esistenti. Tutti da inchiodare alle loro responsabilità e da chiamare a rispondere per le loro inadempienze.
Rabbia contro tutti quelli che, dopo le ripetute scosse di avvertimento, anziché dare il dovuto allarme hanno minimizzato e lanciato proclami di pericolo inesistente. Responsabili anche loro delle tantissime tragiche morti.
Rabbia contro chi ha sbeffeggiato ed insultato chi sosteneva che vi erano segnali premonitori di un forte terremoto. Sarebbe stato preferibile un “falso” allarme, con conseguente “esagerata allarmistica” evacuazione, anziché trecento morti rimasti sotto le macerie.
Dopo il tragico evento, poi, mi ha infastidito il sicumerico vanto per l'ultrarapido intervento nei soccorsi. Gli ottimistici proclami stridevano con la triste realtà delle condizioni degli sfollati. Si è fatto molto e bene ma non tutto quello che era necessario.
Il presidente del Consiglio ha annunciato il pugno di ferro contro gli sciacalli-delinquenti. Ma chi ci salverà dagli sciacalli-politici? In questa tragica situazione era inopportuna la quotidiana esibizione mediatica del Cavaliere. Anche questa volta non è stato capace di rinunciare alla politica dell'apparire e dell'apparenza. Nei primi tre giorni di tragedia dieci suoi ministri si sono esibiti di fronte alle telecamere a L'Aquila. La presidente di quella Provincia ha commentato: «Non vorrei che si utilizzasse questa vicenda come una vetrina per le Europee». E' mancato solo un consiglio dei Ministri sotto una tenda. Ma non si sa mai ancora. Di fronte a tanti morti bisognava essere più discreti.
Tutti hanno apprezzato il sermone tenuto dal presidente della Repubblica a L'Aquila. In me ha suscitato qualche perplessità la sua affermazione: «Nessuno è senza colpe». Avrebbe dovuto chiarire meglio il senso di quelle parole. Non vorrei che significassero che, essendo un po' di tutti, in fondo la colpa è di nessuno. Non sono certamente colpevoli gli studenti che sono morti sepolti sotto le macerie dei tre piani della Casa dello studente.
Perché, nonostante le quattrocento scosse che si sono susseguite dal mese di gennaio, nessuno ha mandato un tecnico, un geometra a fare una perizia nelle cinquanta camere che nella notte del terremoto in pochi secondi sono cadute giù. La Casa dello studente ed altre costruzioni che sono crollate o rese inagibili dal terremoto fanno parte delle lottizzazioni che a cominciare dai primi anni sessanta hanno fatto la fortuna di molti palazzinari.
Perché viene fatta slittare di anno in anno l'entrata in vigore delle nuove norme per le costruzioni in zone sismiche? E' ora di dire basta alle “furbate” dei decreti mille proroghe che hanno consentito di costruire l'edilizia civile contro le più elementari norme di sicurezza.
Non sono colpevoli i privati che sono stati traditi fino alla morte nella fiducia riposta nei “tecnici”. Perché si è consentito di impastare il cemento con la sabbia di mare?
Io sono sempre stato contrario al metodo del ribasso d'asta nelle gare d'appalto pubbliche, e non solo nell'edilizia. Per abbassare i prezzi sono state trascurate la qualità e la sicurezza.
Per finalmente capire quanti altri disastri dobbiamo piangere? Io spero che quello delle ore 3.32 di lunedì 6 aprile 2009 sia l'ultimo.
Come pure mi auguro che i tempi della ricostruzione dei paesi abruzzesi colpiti dal terremoto non diventino biblici come quelli di tutti i terremoti precedenti. Nessuna ricostruzione dei terremoti dell'ultimo secolo è ancora terminata. Spero anche che i costi della ricostruzione non si moltiplichino nel tempo all'ennesima potenza. Leggo su un giornale che l'ospedale San Salvatore dell'Aquila, reso inagibile dal terremoto dei giorni scorsi, era stato iniziato nel 1972 con una previsione di spesa di 11 miliardi, ma che la spesa finale fino al 2000, anno dell'inaugurazione, era lievitata a 200 miliardi.
Spero che il dolore immenso di questi giorni non venga dimenticato. Anche i miei occhi sono stati spesso inumiditi da lacrime.

1 commento:

Anonimo ha detto...

le scosse di avvertimento ad oggi non vogliono dire niente, se ogni qualvolta. la scienza non ci consente di capire ne dove ne quando colpirà il terremoto. quanto alla nuova norma antisismica (anche la precedente lo è) non è entrata in vigore semplicemente perchè ha errori e carenze ed i progettisti hanno chiesto rinvii

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