22 marzo 2010

Mario Spagnoletti ai Sabati Briganteschi

Sabato 27 marzo 2010 - ore 18,00
Sala Consiliare Comune di Villa Castelli (Brindisi) - Piazza Municipio

Mario Spagnoletti, professore di Storia Contemporanea presso l'Università di Bari, parlerà sul tema:
“Risorgimento e Brigantaggio. Commissione d'inchiesta sul brigantaggio e legge Pica”.

Il Risorgimento italiano continua a perdere quell'alone aprioristicamente positivo che per molto tempo gli è stato riservato. Storici e studiosi, basandosi su una mole immensa di documenti per molti anni nascosti o trascurati, danno una valutazione più critica sui fatti che hanno portato all'unità d'Italia. Si prende atto che quell'unità più che anelito di popolo è stato il frutto delle mire espansionistiche dei Savoia piemontesi, avallate da plurimi interessi dei grandi Stati che all'epoca governavano l'Europa. Viene fuori prepotentemente il movimento popolare che nel Meridione si oppose a quell'annessione: il brigantaggio politico e sociale.
Dice il professore Spagnoletti: «Nel 1931, in un saggio apparso su “Archivio Storico per le Province Napoletane”, Gino Doria liquidò sin troppo sbrigativamente e perentoriamente il brigantaggio meridionale postunitario come un fenomeno criminale puro e semplice, da espungere dalla più vitale storia dell’Italia. Bisognerà attendere la caduta del fascismo e il secondo dopoguerra perché la storiografia, specie quella più attenta alla storia politico-sociale, cominciasse a dedicarsi con attenzione e continuità alla storia della società italiana post-unitaria, privilegiando le ricerche più strettamente legate all’analisi dei rapporti tra stato e società civile e, più in particolare, di quelli tra Mezzogiorno e Stato unitario».
Insieme alle fragilissime basi di consenso su cui poggiava l’ossatura del nuovo organismo statale, anche a causa del ristrettissimo suffragio elettorale, dai nuovi studi e scavi archivistico-documentari veniva approfondita e arricchita la conoscenza del significato che ebbe la contrapposizione tra “paese legale” e “paese reale”, già denunciata dai contemporanei.
Non è casuale, con riferimento al Mezzogiorno, che la corretta sottolineatura della frattura tra “governanti” e “governati” approdasse ad una rinnovata attenzione al problema del brigantaggio, visto come prisma attraverso cui leggere la storia delle province meridionali nei mesi immediatamente successivi al Plebiscito.
La violenta opposizione del sud ai nuovi reggimenti politici e istituzionali, d’altronde, costituiva oggettivamente un osservatorio privilegiato per valutare i caratteri dell’opera di governo della Destra storica, impegnata in un difficile tentativo di armonizzazione dei diversi tronconi degli stati italiani pre-unitari.
Il quinquennio 1861-1865, coincidente nelle province meridionali con la stagione del “grande brigantaggio”, non solo non può essere enucleato dalla storia italiana contemporanea, ma esso costituisce, anzi, una fondamentale cartina di tornasole per valutare a fondo le linee politiche riuscite vincenti nei tormentati anni a cavallo dell’unificazione e che avranno una permanenza relativamente lunga nella successiva storia nazionale.
In un quadro che sembrava porre a rischio l’unità appena realizzata, le classi dirigenti liberali ridussero sostanzialmente il Mezzogiorno - prima e dopo la legge Pica - ad un mero “problema di ordine pubblico”, dimenticando il monito cavourriano di imporre l’unità anzitutto attraverso la “forza morale”.
Gli eredi di Cavour – conclude Spagnoletti – utilizzarono senza limiti il ricorso alla coazione militare più ancora che giuridica, dando vita ad una legislazione di emergenza che, oltre ad accentuare paradossalmente una sorta di “costrizione alla libertà”, deviò bruscamente dallo Stato di diritto, denegò i diritti pubblici soggettivi pur garantiti dallo Statuto del Regno, annullò l’allora vigente diritto positivo, segnò negativamente anche per il futuro i rapporti tra governanti e governati, tra autorità e libertà.

Dopo l'intervento del professor Spagnoletti verrà proiettato il documentario “Carmine Crocco - dei briganti il generale”, realizzato da Antonio Esposito e Massimo Lunardelli.

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