4 marzo 2016

Le Brigantesse, di Francamaria Trapani


È il primo libro interamente dedicato alle Brigantesse, pubblicato nel 1968. Successivamente Maurizio Restivo pubblicherà Ritratti di brigantesse del 1997 e Donne drude brigante del 2005, Valentino Romano Brigantesse del 2007, Giordano Bruno Guerri Il bosco nel cuore del 2011. Alcuni altri libri vengono pubblicati su singole brigantesse.
     Una curiosità del libro della Trapani è data dalla collana in cui viene inserito, intitolata Il mercato dell’anticaglia.
     Esso sostanzialmente è una sintesi, quasi romanzata, di quanto viene scritto sull’argomento in pochi libri citati nella bibliografia.
     Il curatore della collana Alberto Consiglio, nella prefazione, scrive: «Le Brigantesse di Francamaria Trapani sono un piccolo, acuto e pittoresco contributo alla storia del brigantaggio nell’Italia meridionale».
     Nel libro vengono trattate, dopo poche brigantesse appartenenti ai periodi murattiano (1808-1815) e post-murattiano, principalmente brigantesse del periodo post-unitario, specificatamente del primo decennio del Regno d’Italia (1860-1870).
     Il brigantaggio, scrive ancora Consiglio, fu una vera e propria guerra, sanguinosa e crudele, combattuta dall’esercito piemontese e dalla Guardia Nazionale, con scontri, battaglie, imboscate, uccisioni, processi, esecuzioni capitali.
     L’autrice, nell’introduzione, afferma che «il brigantaggio femminile fu un fenomeno psicologicamente autonomo collaterale e distinto rispetto al brigantaggio maschile, anche se per ovvi motivi incorporato in esso». Fu in qualche modo una ribellione femminista e una sorta di «suffragismo del subconscio». E le brigantesse in quanto a coraggio, ne avevano da vendere. Non furono poche.
     Le capostipiti delle brigantesse possono essere considerate: «Maria Protettrice», donna del brigante Taccone impiccato dai francesi nel 1810, Margherita prima e poi Niccolina Licciardi, donne del brigante Bizzarro. Di quest’ultimo si narra che uccise il figlio, avuto da Niccolina, prendendolo per un piede e sfracellando la testa contro le pareti della caverna in cui erano nascosti, per timore che il suo pianto potesse richiamare i soldati. Niccolina poi si vendicò uccidendo Bizzarro e portando la sua testa tagliata ai piemontesi.
     Altra brigantessa, di cui si parla nel libro, è la signora donna Carmela, del periodo post-murattiano ai tempi della banda Vardarelli.
     Del periodo post-unitario si racconta della storia d’amore gelosia e morte del brigante Pietro Monaco e di sua moglie la brigantessa Maria Oliverio; quest’ultima uccise a coltellate sua sorella Concetta, che era stata l’amante di Pietro Monaco; questi fu ucciso a tradimento da un brigante; la Oliverio arrestata fu condannata ai lavori forzati a vita.
     Si parla poi di Luigia Cannalonga, madre del famoso brigante Tranchella; arrestata ed inviata a domicilio coatto all’isola del Giglio, viene liberata dopo che il figlio venne ucciso in combattimento.
     Si narra ancora delle brigantesse Maria Rosa Marinelli, della banda Masini, Filomena Cianciarullo, Reginalda Cariello, Carola, Maria Brigida, compagna del brigante Palma, Maria Capitanio, amante del brigante Antonio Luongo, Mariannina Corfù, Filomena, Gioconda Marini, Carolina Casale, Maria Orsola D’Acquisto, La Padovella.
     Nel 1870 sembrava che gli anni passassero più in fretta; le aule dei tribunali ospitavano sempre meno briganti in gonnella, in attesa di giudizio.
     Nel 1968, quando il libro uscì, secondo l’autrice finalmente le regine della montagna, dopo un secolo che erano rimaste sepolte sotto la polvere delle carte d’archivio, cominciano ad uscire fuori a narrare la loro «realtà vera».
     Il libro contiene anche 16 fotografie color seppia di brigantesse e 4 riproduzioni di incisioni a colori.
Rocco Biondi

Francamaria Trapani, Le Brigantesse, Canesi Editrice, Roma 1968, pp. 144

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